Breve sintesi di ciò che definisco distillati dell’anima: figlie partorite nello spasmo delle emozioni, accenno di una leva che sul verso poggia quale necessario fulcro che con forza, mi libera e mi spoglia.
da “aspettami domani”
Transit
La sera è più vicina, è notte, è notte fonda
con la brace dell’ultima sigaretta la illumino.
E’ quasi silenzio è quasi domani
solo il vento muove, ma non voglio abbandonare questo cielo macchiato di luci
voglio attraversare l’oggi e arrivare al domani
con gli occhi ed il cuore pieni di bello . . .
Ti custodisco . . . è ora.
Catene spezzate
Nella campagna appena scossa dall’inerzia della luce del mattino
dove i pensieri ne seguivano i margini e le traiettorie
ho visto un’aquila bianca
immobile da infinito tempo
far esplodere la terra
e spiegate le ali sguardo alla volta del cielo
librarsi.
Ora dove tutto era certo
del peso del vuoto piange la terra.
Modena
Mi infilo nel cuore della città
calpesto solo pezzi di selciato, i più antichi
cerco l’abbraccio di vecchie mura
e scivolo come la luce e le ombre che si alternano.
Assaporo le variazioni di calore che come lame
recidono lo spazio e mi colpiscono
e attraverso crepe d’intonaco sbiadito
di rossi mattoni, di passato, mi nutro.
da “traverso”
Libero arbitrio
Rotte
seguite perseguite
a volte
cammini distratti
collisioni.
Sventurate derive
affondano la vita
lasciando corpi
carcasse fedeli
all’unico destino
indissolubile mortale.
Half
Nell’ipotetico mezzo
tendo come spira
al perpetuo levare del giorno.
Circolari evoluzioni
nell’incognita dell’aria
proiettato, oltre il finito istante
altre verità.
Mutato ancora una volta
inseguo nuove decadi, stretto
al chiarore dell’unica lanterna.
Risveglio
Nel silenzio del mattino
passi leggeri infrangono
l’obliqua luce.
Nell’incerta direzione
dal fondo si condensa
la tua esile figura.
Distratto il cuore accelera
più dei passi
che recuperano
lasciandomi lì trafitto
dal sole che bacio
da “verso l’invisibile”
Grido
Rughe scavate dal dolore
lacrime ed occhi di paura
una vita sospesa appesa
alla gioia degli istanti.
D’improvviso un grido
disperato, di donna
che chiede si chiede,
la pace del cuore che prezzo ha?
Come un ramo ti fletti agli eventi
sempre più rigido quasi immobile
consapevole del tempo
abbandonata dal tempo.
Da un tiepido sole o amore
vorresti essere riscaldata, vivere
ancora speri, ed io ti auguro.
Dolore
Recidere piuttosto che rinchiudere
custodire
il dolore, come il male, va amputato
mai fino in fondo, alla radice.
Ciò che non serve, il superfluo
deve lasciare il posto al suo contrario
all’essenziale.
Con tanti spilli o ricordi
appuntati al cuore, all’anima
così siamo costretti a stare
sentire la costante ragione
del vivere o sopravvivere
giustificare cosi
ogni dolorosa riabilitazione
Universo
Schegge
stelle, stelle forse morte
tagliano l’universo più profondo
con moti e forze sconosciute
infinite distanze in un solo battito.
Da qui, a volte, appaiono
strisce o lampi in un cielo scuro.
Graffi impressi su di una volta
che i pensieri inseguono.
Cambiare la gioia dell’istante
con la stabilità del sempre.
con occhi lucidi penso al mio
che è universo tutto.
da “si alzano a tratti rumori”
Ponti
Sterili spazi
dai riflessi accecanti
svuotano corpi senza occhi
mentre nella rarefatta aria
polifonie assordanti piegano
in un sibilo le gambe.
Urtato dal consistente vuoto
rimedio per linee essenziali
porti franchi che sanno di casa.
Lontano dal vacuo presente
libero perle che attese tendo al Sud
alla metà del cuore per non svanire.
Nevada silence
Nel vento
che improvviso mi lascia
amputato d’un senso
precipito in una muta pausa
dai vividi colori.
Sospeso a mezz’aria
sconfino in un’apnea
che deriva al silenzio
soccombe, all’aria che rifiata
e scuote.
Notturno
Improvvisa
una folata
risacca veloce
nella notte sbatte
luce porta luce porta luce porta luce porta
porta luce porta luce porta luce porta luce
luce porta luce porta luce porta
porta luce porta luce porta luce
luce porta luce luce luce luce buio!
Lento
s’annuncia il giorno
taglia con flebili dita la stanza
piano, quella quiete accarezza.